domenica 26 maggio 2013

Odyssea. Read and Write: i testi e la vincitrice!


Lettrici! Bentornate.
Come state? Io benino, non salto di gioia soprattutto per il tempo da schifo, ma ho comprato qualche completino davvero carino al centro commerciale che mi piace davvero *-*
Oggi torno con voi per presentarvi i testi delle ragazze (bravissime!) che hanno partecipato all'iniziativa inventata da me, a cui hanno fatto parte anche Bliss e Eilan dei rispettivi blog "Libri per Passione" e "Storie di notti senza luna" che sono state bravissime a fare il loro lavoro.
Intanto presento i testi di tutte le partecipanti!

Dovevate creare un testo che narrasse dal punto di vista di Jacko il primo incontro tra lui e Odyssea.
Sono tutti brani bellissimi e, dai vostri testi, si è riuscito a sentire a pelle il vostro amore per questo libro. Ma ecco qui tutti i vostri lavori!

Testo di Manuela Ribaldi


Con l’avambraccio, Jacko scansò un ciuffo ribelle dalla fronte imperlata di sudore, le maniche della camicia bianca arrotolate a metà delle braccia forti, i capelli a ricadergli nuovamente sul viso mentre chino finiva di sistemare un piccolo mucchio di paglia nell’angolo di un box vuoto.
 Molti avrebbero snobbato il lavoro alla scuderia della signora Augusta, considerato troppo faticoso e forse indegno, lui invece era grato di potersi occupare di quei cavalli, quei poderosi animali. Lucidando il loro pelo, pareva che anche le preoccupazioni di un’intera vita scivolassero via a colpi di spazzola. Li, nella quiete di quel luogo, fatta solo dei rumori e odori della natura, salvare la vita di sua sorella Breta e tenerla costantemente nascosta dal resto degli abitanti di Wizzieville sembrava ancora possibile. Sembrava ancora possibile riscattare la reputazione di un padre ormai perduto.
 Sorrise amaramente, era inoltre un metodo efficace per tenere a bada il suo carattere un filino irascibile, la sua personalità non proprio accomodante e poteri di mago soliti imperversargli fuori e dentro l’animo, neanche fossero il peggiore dei cataclismi. Dannazione!
 Scrollò il capo per scacciare quei tormenti, ma non fece in tempo a liberarsene che uno scricchiolio di passi su assi di legno lo mise in allerta. Lentamente, come il più furbo dei felini sull’attenti, gettò lo sguardo oltre la porticina del box.
 Fuori, il crepuscolo scaldava l’azzurro del cielo con la sua miscela infuocata di rosa e arancio. Come spade affilate di metallo dorato, gli ultimi fasci di luce attraversarono le piccole finestrelle del locale, colpendo un’esile figura dalla posa incerta immersa nella danza del pulviscolo. Una ragazza, a quanto pareva, nuova li a WizzievilleJacko, sorpreso, si accigliò: i cavalli rimanevano tranquilli, nonostante l’ingresso di una sconosciuta, la osservavano docili e pareva agognassero un suo sguardo come avrebbero potuto agognare una sorsata d’acqua fresca dopo un corsa sfrenata. Lei li ricambiava incuriosita. Una principessa timorosa che per la prima volta sfila tra sudditi compiaciuti. Il cipiglio di Jacko si trasformò in un broncio a quell’immagine balenatagli di colpo nella mente come il ricordo di una cara fotografia. Era solo una morettina alta e impacciata intenta a fissare i cavalli, ad infastidire il suo migliordestriero…
 "Ciao Levante", la voce di lei era esitante, solo un soffio pacato. "Come stai?"
 Jacko uscì da dietro l’angolo dal quale in silenzio aveva osservato la scena e appoggiò la schiena alla parete, braccia e caviglie incrociate. La nuova arrivata non si era accorta di essere osservata. Poco più di una ragazzina, completamente ingenua ed esposta a qualsiasi tipo di pericolo.La consapevolezza di ciò sorse dentro lui insieme con l’istinto di protezione nei confronti di quella ragazza. Era estremamente contrariato da quei pensieri sdolcinati e sgraditi che continuavano a infastidirlo. Per questo, quando parlò, lo fece in maniera volutamente scontrosa, nel tentativo di respingere quelle idee assurde.
 "Sta bene solo se non lo annoi con le tue chiacchiere"
  Lei trasalì su se stessa e si voltò. Quasi sarebbe scoppiato in una risata beffarda, Jacko, se non si fosse trovato di fronte quel viso delicato. Orgoglio e due bellissimi occhi, scuri come ossidiana scintillante di determinazione, lottavano contro timidezza e imbarazzo, dando vita alla più dolce delle espressioni.
"Chi ti ha dato il permesso di entrare?" le domandò, senza staccarle lo sguardo perplesso di dosso.
 La ragazza si presentò, ma Jacko scattò e con un gesto della mano scansò il nome di Odyssea Bennet come fosse un fastidioso moscerino. Dunque la bambina che a soli quattro anni era stata capace di far saltar per aria il peggior nemico di Wizzieville, era lei: uno scricciolo.
 "Sei la nipote di Augusta. Non t’illudere che questo cambi le cose.Quello..." con un cenno del capo indicò Levante "lo cavalco solo io"
 "Perchè?" Davvero quella cosina tutta pelle e ossa gli stava domandando il perché? Poteva anche essere la discendente di un potente mago, ma non le avrebbe permesso di cavalcare Levante. Non da sola, per lo meno. Forse insieme con lui. Si disse che se mai sarebbe successo, lo avrebbe fatto per la tranquillità dell’animale, non certo per fare una passeggiata romantica con quella sciocca.
 Le spiegò che probabilmente Levante l’avrebbe disarcionata, ma seppur cercando di mostrarsi acido e noncurante non potette fare a meno di squadrala da capo a piedi: il disagio era evidente, probabile che nemmeno si rendesse conto di quanto apparisse graziosa coi lunghi capelli scompigliati, così intenta a mostrarsi sicura di se senza riuscirci.
 Jacko rincarò la dose consigliandole di cavalcare Bigio: il pony solito dormire all’incirca 23 ore al giorno.
"Posso avere il piacere di sapere come si chiama la persona più cortese che abbia mai conosciuto?" domandò Odyssea.
 "Ah, siamo pure spiritose"
 Jacko si girò senza degnarla di una vera risposta, ma dentro se nascose un sorrisetto soddisfatto. Era abituato ad avere a che fare con ragazze un tantino appiccicose, nell’insistenza di Odyssea però c’era qualcosa di buffo e serio a un tempo, una tenerezza fino ad oggi a lui sconosciuta. Quando si diresse all’esterno della scuderia, sorprese se stesso a desiderare che la ragazza lo seguisse. E lei lo fece.
 Doveva ammetterlo, gli piaceva stuzzicarla, e il fatto che nonostante tutto lei fosse ancora li a rispondergli per le rime, gli piacque ancora di più.
 Per qualche istante entrambi rimasero in silenzio, Jacko intento a strigliare l’ultimo cavallo e Odyssea… era sicuro che Odyssea lo stesse fissando, sentiva i suoi occhi addosso come una carezza appena accennata capace di metterlo in agitazione. Voleva sapere cosa quella ragazzina stava pensando e se i suoi occhi apprezzassero ciò che stavano vedendo. Avrebbe scostatoi capelli dal volto e mostrato lo sfregio lasciatoli dal loro nemico comune:Squartavene, perché lei potesse accettare quella parte di lui. Forse non solo Odyssea era una ragazza insicura.
 "Jacko O’Donnell" butto lì il suo nome con freddezza, senza lasciar trasparire nulla dei suoi pensieri.
  Invischiati entrambi in una lotta antica e senza volto, un legame indissolubile presto si sarebbe creato tra loro. Che fosse quella la loro forza o la loro debolezza, non avrebbe saputo dirlo. Quel che era certo èche avrebbe tenuto docchio quella ragazzina.

Testo di Lara (Stelle nell'Iperuranio)



Ero rimasto a guardarla mentre entrava adagio nella stalla. Un paio di jeanche ballavano intorno a due gambe a quel che sembrava eccessivamente magre, una camicia scozzese che la infagottava per bene e una cascata di capelli neri a nascondere il resto, di certo non si poteva definire una bellezza. Al mio apostrofare si girò e mi guardò. Gli occhi scuri, la pelle bianca e quei capelli che incorniciavano il tutto. Forse nonera poi così male, mi guardava con uno sguardo tra il paralizzato e l’adorante, come se non avesse mai visto un uomo in vita sua. Di certo nonmi serviva un’altra ragazzina innamorata cotta che mi seguisse ovunque andassi, per quello avevo già Lindia. Odyssea Bennet, ecco il nome diquesta ragazzina spuntata fuori da chissà dove, la nipote di Augusta, non credo che me ne sbarazzerò tanto facilmente. Decisi di ignorarla e continuare con le mie attività. Facile a dirsi ma difficile a farsi con quellosguardo continuamente puntato addosso, nonostante i miei modi fossero tutt’altro che garbati, nonostante cercassi di provocarla, farla scappare imbarazzata, lei continuava a restare lì, a far domande. Mi girai e la guardai negli occhi, decisamente non avevo mai visto degli occhi come quelli, con quel disperato bisogno d’amore, una richiesta di attenzione difficile da ignorare. Molte ragazze mi avevano guardato attratte dalla mia aria da ribelle, dalle voci che giravano sul mio conto. Lei invece non sapeva niente di me, lei sembrava volesse conoscermi, voleva sapere chiero. Chi era Jacko. Difficile ignorare una tale richiesta. Difficile ignorare lei.

Testo di Marty S.


Jacko fissò con estrema diffidenza l’intrusa che stava disturbando il suo cavallo. Siccome non l'aveva mai vista in giro, aveva capito subito che si trattava della figlia di Charlton Bennet; per tutta Wizzieville non si parlavaaltro che del ritorno di Grace e della figlia. Nonostante i seri problemi che aveva, quando le era giunta la notizia, Jacko si era ritrovato più volte a pensare a come potesse essere diventata quella bambina di pochi anni, con i capelli scuri e le gambette cicciottelle che era solita giocare in giardino molto tempo prima. La ragazza che le stava di fronte in quel momento di cui sentiva lo sguardo minuzioso dalla punta dei capelli fino ai mignoli, però, appariva molto diversa rispetto ai suoi ricordi sbiaditi. Era molto magra, notò con disapprovazione, magra quasi quanto sua sorella Breta. I capelli che erano neri e lisci, e gli incorniciavo il viso sottile e pallido, arrivavano sotto a due seni piccoli resi quasi invisibili dalla maglietta da ragazzo larga e lunga. Avrebbe potuto dimostrare benissimo quattordici anni, se non fosse stato per la sua altezza. Non era bella, tantomenoattraente, ma aveva degli occhi interessanti, notò per poi dirsi che aveva visto di meglio. La ragazza continuava a restare immobile e a fissarlo e la cosa cominciava a innervosirlo, anche se non voleva darlo a vedere. La guardò aspettandosi una spiegazione, ma lei non sembrava nemmeno tentata di farlo. Nonostante fosse la figlia di un uomo che avevaprofondamente rispettato, di lei non sapeva niente, e lui delle persone aveva imparato a non fidarsi mai nemmeno dopo averle conosciute.
«Chi ti ha dato il permesso di entrare?» pronunciò alla fine.
Vide la ragazza contrarre i muscoli del viso, probabilmente contrariata dal tono che aveva usato.
«Mi chiamo Odyssea Bennet e...» la sua voce era come un sussurro.
Jacko si mosse come per spiegarle che non volesse sapere come si chiamava, ma perché avesse invaso il suo territorio così all’improvviso.
«Sei la nipote di Augusta.» disse non volendole fare capire che aveva già intuito dall’inizio chi era. «Non t' illudere che questo cambi le cose.Quello...» aggiunse indicando Levante « lo cavalco solo io. »
«Perché?» di certo non era la risposta che si aspettava. Quella mattina Breta era talmente stanca che aveva toccato appena l’acqua della fonte, e lui era uscito da casa camminando velocemente verso la stalla con i nervi tesi dalla preoccupazione. Si era stufato di parlare con quella ragazzina e voleva restare da solo con i cavalli. La fissò accigliato e iniziò a parlare lentamente come se stesse spiegando qualcosa di difficile a una bambinapiccola.
«Perché Levante si lascia cavalcare solo da me. Se provi a salirci ti disarciona. Neanche tua nonna lo ha mai cavalcato. E chiunque altro ci ha provato è finito a terra con le ossa rotte.» La squadrò dal capo ai piedi, facendole capire con lo sguardo che lei sarebbe di sicuro stata una di quelle con le ossa rotte se solo avrebbe provato a salirci, eppure Odyssea tenne il viso alzato come se non le importasse della sua opinione. Jacko guardandogli i polsi sottili pensò che probabilmente non sarebbe stata in grado nemmeno di tirare su la sella da terra e allacciarla al cavallo, ma apprezzò comunque quel suo gesto spavaldo.
«Ti va bene come risposta?» le domandò non volendo veramente una sua risposta. Si girò leggermente. «Per te va bene Bigio» e le indicò il piccolo Pony dall’aria annoiata accanto al gelso intento a mangiucchiare del fieno. Con quel consiglio voleva ovviamente imbarazzarla e sminuirla, per farle capire subito con chi avesse a che fare in modo che non le stesse troppo attorno. «Posso avere il piacere di sapere come si chiama la persona più cortese che abbia mai conosciuto ?» chiese Odyssea decisa, ma del rossore traditore cominciò a stamparsi sulle guancie.
«Ah, siamo pure spiritose» rispose Jacko. Uscì dandole le spalle e si sforzo di trattenere un sorriso. Andò incontro al cavallo color caffègli verso sopra dell’acqua e prese una spazzola, nel frattempo vide Odyssea uscire,guardarlo un attimo indecisa e poi sedersi su un tronco. Evidente non aveva capito che voleva essere lasciato da solo, ma non le disse nulla. Iniziò a spazzolare il cavallo con movimenti circolari e decisi. Quell’intero processo lo rilassava sempre e lo faceva sentire bene. Nonostante sentisse lo sguardo della ragazza fisso sulla sua schiena in quel momento non le diede fastidio. Con la coda dell’occhio si ritrovò addirittura a sbirciarla, mentre continuava a spazzolare. C'era qualcosa di molto malinconico in lei, nonché di fragile e delicato. Jacko pensò che come lui anche lei aveva perso suo padre quando era piccola, e in quel momento non doveva esserestato molto facile ritornare a Wizzieville e ritrovarsi faccia a faccia con i suoi fantasmi. In fin dei conti non era poi così diversa da lui. Continuò il suo lavoro, beato dalla piacevole brezza estiva che le accarezzava il viso e le gonfiava la camicia.
«Jacko O' Donnell» Le sfuggì dalla labbra alla fine, stupendosi di essersi sentito come in dovere di dirglielo.

Testo di Consuelo Celiodi


Mi dispiace che l'ultimo sia un'immagine, ma non ho potuto fare altrimenti. Spero che lo riusciate a leggere comunque!
Sono tutti dei bei brani *-* e mi complimento con voi per l'originalità!
Mi dispiace che non abbiano vinto tutti, ma la scelta dell'autrice è ricaduta sul testo di...

Manuela Ribaldi!

Complimenti cara! Mi dispiace per le altre, avete fatto davvero dei bei lavori, sarà per un'altra volta!
Manuela, presto troverai una mia mail nella tua casella di posta!
Sinceramente sono molto contenta che abbia vinto Manuela e molto probabilmente, se avessi deciso io, avrebbe avuto una lotta con uno di questi brani che mi è piaciuto molto (ma non voglio dire di chi è, vi lascio un pò con il fiato sospeso XD).
Quindi, Manuela vince una copia di Cuore Nero autografata dall'autrice, la stessa di Odyssea, mentre ringrazio le altre che hanno partecipato all'iniziativa creata in collaborazione con Bliss, Eilan e l'autrice stessa, Amabile Giusti.

1 commento:

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